Lunedì 22/maggio: Partiamo di primo
pomeriggio e ci portiamo un po’ oltre Milano, per essere comodi domani mattina;
il viaggio è abbastanza scorrevole, senza particolari rallentamenti e verso le
18 siamo già in Hotel.
Martedì
23/maggio:
In meno di mezz’ora arriviamo all’aeroporto di Malpensa e parcheggiamo al P2
coperto, proprio all’interno del Terminal-1; alle 9:40 ci accettano le valige
al check-in, poi i controlli di sicurezza sono abbastanza rapidi e ci portiamo
al gate in attesa del volo. Poco prima delle 13, con circa 10 minuti di
ritardo, decolliamo per Monaco; per la coincidenza non abbiamo tanto tempo, ma
ce la facciamo ed anche i bagagli vengono regolarmente caricati. C’è qualche
problemino tecnico che ci causa quasi un’ora di ritardo; il volo è abbastanza
tranquillo ed atterriamo a Chicago verso le 19. Poi i controlli di
immigrazione, il ritiro bagagli, il trenino navetta fino all’autonoleggio, ecc.
ecc.; arriviamo in hotel solo dopo le 21, usciamo subito per cena, ma non
troviamo nulla di aperto per mangiare, salvo un supermercato con qualche piatto
pronto che mangiamo in stanza. E finalmente, dopo la frugale cena, in piedi
ormai da 24 ore, ci buttiamo a letto, dopo una breve tappa di circa 100 km.
Mercoledì
24/maggio:
Stamattina ci muoviamo con calma, facciamo colazione e partiamo ben dopo le 9;
in poco più di mezz’ora arriviamo a MILWAUKEE ed attendiamo alcuni minuti che
apra il Museo Harley-Davidson. Per chi è appassionato di moto, passando da
queste parti vale assolutamente la pena di farci un giro; c’è tutta la storia
di una delle moto più famose del mondo, dal primo esemplare del 1903 agli
ultimi esemplari di oggi, comprese versioni per polizie e belliche, fino ad
alcuni modelli piuttosto bizzarri. La visita ci ha richiesto quasi due ore, e
poi ci siamo portati in centro per fotografare la statua di Fonzie, il mitico
protagonista della serie Happy Days degli anni ’70. Ci sono servite poi circa
tre ore per arrivare sul fiume Mississippi, facendo prima una breve visita a
GALENA, con le sue case del 19° secolo, affacciate sul
fiume omonimo, affluente del nostro Mississippi. In una mezz’ora arriviamo
infine al nostro hotel a DUBUQUE, adagiato intorno al grande fiume; oggi
percorsi circa 360 km.
Giovedì
25/maggio:
Seguendo il tracciato della Great River Road, risaliamo verso Nord lungo il
fiume; passiamo Potosi, poi Prairie di Chien e
facciamo una sosta a LA CROSSE. I paesaggi sono stupendi, il fiume maestoso
scorre placido navigato da qualche sporadica imbarcazione, sia piccole barche da
pesca che grosse chiatte da trasporto. Intorno decine di piccole fattorie con
campi arati e qualche mucca a pascolare libera nei prati; una sorta di pianura
padana, ma in un ambiente collinare. Passiamo Winona e facciamo sosta a
WABASHA, ma il National Eagle Center – il centro dedicata all’aquila
“americana”, la bald eagle
ovvero l’aquila di mare testabianca – è una grande
delusione, costata pure 12 $ a testa; si vedono solo tre vecchie aquile ormai
incapaci di volare, con un po’ di spiegazione da parte di una addetta – ma di
spettacoli o dimostrazioni, come lasciava intendere il loro sito, nessuna
traccia. Due passi in centro sulla Main Street e poi
ci spostiamo a PEPIN, al museo dedicato a Laura Ingalls,
autrice della serie “La piccola casa nella prateria”, basata sulla sua infanzia
in una famiglia di pionieri. In realtà il museo non vale i 10 $ che chiede, la
casa è appena una ricostruzione – molto spoglia – della vera casa natia ed il
tutto sembra solo un mezzo per vendere dei gadget. Proseguiamo verso Nord
sempre lungo il fiume, incontrando decine di campeggi piuttosto affollati dei
loro enormi camper, poi passiamo Lake City, una vivace cittadina turistica con
un bel porticciolo turistico, quindi Frontenac ed arriviamo a RED WING, nostra tappa odierna, avendo
percorso circa 370 km.
Venerdì
26/maggio:
Sempre costeggiano il Mississippi lungo la Great River Road, passiamo Diamond
Bluff e poi ci portiamo all’agenzia Hertz all’aeroporto di Minneapolis: abbiamo
rilevato una doppia incrinatura sul parabrezza e preferiamo far sostituire la
macchina. Rapidi ed efficientissimi – senza alcuna obiezione – ci ritirano la
nostra Chevrolet Equinox e ripartiamo in poco più di
mezz’ora con una Ford Edge versione Titanium ancora
più comoda e spaziosa della precedente. Ci portiamo quindi a ST.PAUL, gemella
di Minneapolis sull’altro lato del fiume; le strade sono scorrevoli, quasi
senza traffico e facciamo una prima sosta alla City Hall, definita un
capolavoro Art-Déco, ma che a noi pare abbastanza insignificante. Ci spostiamo
quindi allo State Capitol, monumentale struttura simile a quella di Washington,
posizionata sulla sommità di una bassa collina. Facciamo un salto alla vicina
Cattedrale di St.Paul, cattolica, costruita intorno alla metà del 1800; lì
vicino inizia la Summit Avenue, con le sue maestose ville in stile romanico e
giacobiano. Ci portiamo poi a MINNEAPOLIS, sul lato Ovest del Mississippi, con
un primo passaggio al Nicollet Mall, definita area
pedonale, ma in realtà vediamo solo grandi palazzi commerciali; molto grazioso
il Mississippi National River & Recreation Area,
con tanti spazi verdi e molti sentieri. Facciamo quindi una tappa al Mall of
America, il più grande centro commerciale coperto di tutti gli USA, che
contiene al suo interno anche un grande parco giochi. Nel tardo pomeriggio
arriviamo in hotel, nella parte Ovest della città, avendo percorso circa 100 km.
Sabato
27/maggio:
Ci muoviamo poco dopo le 8:30 e lasciamo la città puntando verso Nord-Ovest
sulla Interstate 94; a Monticello riprendiamo la
Great River Road seguendo il fiume fino a Clearwater, dove andremo a prendere
la Interstate 10. A LITTLE FALLS, facciamo un po’ di
foto al Mississippi sempre più piccolo, poi proseguiamo fino a Wadena. Qui prendiamo la 71 che punta verso Nord, passiamo
Park Rapids, poi entriamo nel ITASCA STATE PARK dall’entrata Sud e paghiamo i 7
$ di ticket. Seguiamo la strada principale (asfaltata) fino al Visitor Center a
Nord, fermandoci a fotografare un Mississippi grande appena come un piccolo
ruscello di montagna; con una brevissima camminata di circa 300 m arriviamo al
totem che ne indica la sorgente. La giornata è stupenda, ci sono circa 28
gradi, è sabato ed il posto è invaso da una miriade di turisti, grazie anche
alla concomitanza con la festa del Memorial Day che sarà lunedì. Lasciamo il
punto più a Nord del nostro viaggio e ci allontaniamo per un po’ dal
Mississippi, portandoci verso Ovest ad incontrare il più importante dei suoi
affluenti; l’ultima tappa di oggi ci porta a FARGO, attraversando 170 km di
area agricola, punteggiata da piccole fattorie e solo qualche piccolo villaggio,
totalizzando oggi oltre 520 km.
Domenica
28/maggio:
Lasciamo Fargo imboccando subito la Interstate 29 in
direzione Sud; la strada è scorrevole e terribilmente monotona, con
coltivazioni a perdita d’occhio, lontane fattorie e ben pochi villaggi.
Facciamo un paio di soste giusto per interrompere un po’; a Watertown deviamo
sulla 81 verso Sud, ma che poi a Madison prende secca a Ovest. Verso le 14
arriviamo a MITCHELL, dopo una tappa di circa 450 km; con una popolazione di
oltre 15,000 abitanti, la sua principale attrattiva è il “palazzo delle
pannocchie” (Corn Palace). Costruito in stile moresco
alla fine del 1800, ha le pareti esterne ricoperte quasi completamente di
pannocchie di varie specie e colori; i mosaici che le adornano vengono cambiati
ogni anno, da parte di artisti locali. Con l’ultima tappa odierna, arriviamo
quindi a CHAMBERLAIN / OACOMA, due cittadine “gemelle”, una per lato del fiume
Missouri che – con i suoi 3726 km – è il più lungo affluente al mondo; oggi
abbiamo percorso circa 600 km.
Lunedì
29/maggio:
Andiamo subito a visitare il museo Akta Lakota a
Chamberlain, sorto nel 1991 per onorare e preservare la cultura del popolo
Lakota, uno dei gruppi di nativi che costituisce l’alleanza Sioux. Prendiamo
poi l’Interstate 90 verso Ovest e la lasciamo per
visitare il PARCO DELLE BADLANDS, entrando da Est; paghiamo un biglietto di ben
30 $ e ci inoltriamo tra fantastici calanchi. La strada asfaltata che
costituisce il percorso panoramico principale è lunga poco più di 30 km e ci
permette di vedere anche moltissimi cani della prateria, qualche bighorn e
diversi bisonti che pascolano tranquilli. Usciti da Ovest, riprendiamo l’Interstate, entriamo nelle Black Hills, aggiriamo Rapid
City, lasciamo sfilare via un grosso temporale con grandine ed andiamo a
visitare il parco BEAR COUNTRY USA. Si tratta di un parco (ingresso ridotto
senior: 36 $) dove si gira con la propria macchina e si entra in contatto
ravvicinato – in tutta sicurezza – con grossi cervi, bighorn, lupi artici e
“normali”, tantissimi orsi ed altri animali locali; alla fine di questa prima
parte, si prosegue e piedi nell’aree dei piccoli animali, dove incontriamo
lontre, volpi, castori, moffette ed altro ancora. Ritorniamo infine a
RAPID-CITY, dove facciamo tappa dopo quasi 400 km.
Martedì
30/maggio:
Sfiliamo la città in direzione Nord-Ovest ed in poco più di un’ora arriviamo a
DEADWOOD, una cittadina in stile western che pullula di casinò e slot-machine
in ogni angolo; l’ambiente è carino, ma il tutto pare abbastanza artificiale,
costruito in funzione del gioco. Facciamo una visita al cimitero, dove è
sepolta “Calamity Jane”, avventuriera e prima donna
pistolero del selvaggio West; lì vicino si trovano anche le tombe di Wild Bill Hickok, un pistolero considerato infallibile e Potato Creek
Johnny, un fortunato cercatore d’oro. Ci vuole circa un’ora, viaggiando sempre
in quota tra i 1400 ed i 1700 metri, per arrivare al CRAZY HORSE MEMORIAL, ai
piedi della gigantesca scultura nella roccia dedicata al capo indiano, eroe dei
Lakota, che nel 1876 sconfisse il generale Custer nella battaglia di Little
Bighorn. L’opera, iniziata da Korczak Ziolkowski nel 1948 e tuttora in corso di lavorazione,
diventerà colossale con i suoi 170 m di altezza ed oltre 190 di lunghezza. Si
paga l’ingresso al parco (30 $) e si paga il bus (4 $) per salire vicino alla
scultura; pare che non sia consentito salire a piedi. In meno di mezz’ora
arriviamo poi al MOUNT RUSHMORE MEMORIAL, dove si paga solo il parcheggio (10 $
con 2 persone a bordo); dalla spianata del memoriale si possono ammirare le
sculture nella roccia di quattro presidenti. Rientriamo quindi al nostro hotel a
Rapid City, avendo percorso oggi poco più di 200 km.
Mercoledì
31/maggio:
Facciamo una puntata in centro per vedere le statue dei presidenti: si tratta
di 42 sculture ad altezza naturale posizionate in vari angoli della città. In
circa un’ora arriviamo al CUSTER STATE PARK, una riserva naturale all’interno
delle Black Hills che ospita una mandria di circa 1500 bisonti; paghiamo i 20 $
di ingresso e seguiamo il percorso indicato come Wildlife Loop Road.
Incontriamo subito diversi gruppi di bisonti, in apparenza abbastanza pacifici,
ma dobbiamo sempre ricordare che arrivano a pesare anche quasi una tonnellata e
che possono correre fino a 80 km/h, ben più veloce di qualunque persona, anche
di un primatista dei 100 m. Vediamo anche svariati nuclei di cani della
prateria, qui non molto impauriti dalla presenza dell’uomo, diverse antilopi in
lontananza ed alcuni asinelli selvatici in cerca di cibo. Scendiamo verso Sud
ed entriamo in Nebraska, e dopo quasi due ore arriviamo a CHADRON, ma
rinunciamo alla visita al museo del commercio delle pelli perché siamo un po’
in ritardo. Ci serviranno altre 3 ore di strada monotona anche se poco
trafficata e molto scorrevole, per arrivare infine ad OGALLALA, subito a Sud
del North Platte River, importante affluente del Missouri e nostra meta di oggi
raggiunta dopo aver percorso un totale di circa 460 km.
Giovedì
01/giugno:
Partiamo in direzione Est ed in meno di un’ora arriviamo a NORTH PLATTE, al
museo di Buffalo Bill. Nato con il nome di William Frederick Cody nel 1846, fu
un famoso cacciatore di bisonti (dagli americani chiamati buffalo, da cui il
suo nome), soldato ed esploratore; nel 1883 creò il Buffalo Bill Wild West
Show, uno spettacolo circense in cui venivano ricreate rappresentazioni
western. Lo spettacolo fu portato in Europa 8 volte tra il 1887 ed il 1906 e
restò in Italia per ben due mesi. Facciamo una breve deviazione in centro a
GOTHENBURG, per vedere la locale stazione del Pony Express. Ci vogliono poi
quasi due ore sulla Interstate 80 per arrivare a GRAND
ISLAND, con il suo Museo Stuhr dedicato ai pionieri
della prateria; si tratta di un museo all’aperto che ricostruisce le case e la
vita dei primi pionieri. Abbiamo ancora parecchia strada da percorrere, quindi
decidiamo di saltare la visita al Museo Nebraska a Lincoln e ci portiamo
direttamente al nostro hotel prenotato ad OMAHA, grossa città di quasi 500,000
abitanti, sul fiume Missouri; a fine giornata avremmo percorso oltre 570 km.
Venerdì
02/giugno:
Partiamo in direzione Sud seguendo il corso del fiume Missouri e facciamo una
prima tappa a NEBRASKA CITY per vedere la villa in stile neogeorgiano
di Julius Morton, l’editore e politico che introdusse la festa degli alberi
nello stato del Nebraska. Ci portiamo poi a ST. JOSEPH per vedere il Museo del
Pony Express; questo servizio di posta prioritaria si proponeva di sostituire
il servizio con carrozze che impiegava molto più tempo; da qui – dove
terminavano i collegamenti con l’Est – fino a San Francisco i postini a cavallo
impiegavano 10 gg per percorrere i circa 3000 km, alternandosi tra loro ogni
120 – 160 km, ma cambiando cavallo ogni 16 km nelle circa 190 stazioni di
posta. Il servizio fu però soppiantato dopo soli 18 mesi, dall’arrivo del
telegrafo che lo rese superfluo. A poca distanza dal museo, si trova la casa di
Jesse James, famoso pistolero dalla mira infallibile e bandito, ucciso a
tradimento nella propria casa nel 1882. Proseguiamo poi fino a KANSAS CITY,
dove facciamo un salto al City Market, risalente al 1857 ed oggi luogo di
ristoranti etnici; il vicino Arabia Steamboat Museum
espone i reperti di una nave affondata nel fiume Missouri a metà del 19° secolo, ma purtroppo ci manca il tempo per visitarlo.
L’ultima tappa lunghissima e monotona ci porta al nostro hotel a ST. LOUIS,
dove il fiume Missouri confluisce nel Mississippi; ci arriviamo piuttosto
stanchi, avendo percorso quasi 710 km.
Sabato
03/giugno:
Ci portiamo in centro, parcheggiando nella zona dei vecchi magazzini Laclede’s Landing; da lì, attraversando un bellissimo
parco, in meno di un km si arriva ai piedi del famoso arco, alto 192 metri e
visibile quasi da ogni angolo della città. Di fronte si trova la Old Courthouse, risalente alla
metà del 1800, con la sua imponente cupola. Ripresa la macchina, ci portiamo
agli immensi giardini botanici, creati nel 1859 da un ricco uomo d’affari; al
suo interno si trovano tra l’altro un giardino giapponese, uno cinese ed il climatron, una enorme cupola che ospita piante della
foresta tropicale. Giriamo a lungo, ma purtroppo la temperatura intorno ai 34°
non invoglia a fare di più. Passiamo il fiume Mississippi, entriamo in Illinois
ed andiamo al sito storico del CAHOKIA MOUNDS; al suo interno più di 100 tumuli
risalenti al 1050 – 1250, quando la città era abitata da circa 15,000 persone.
L’ultima tappa ci porta ad OWENSBORO, con un totale odierno di quasi 420 km.
Domenica
04/giugno:
Partiamo con calma intorno alle 9 e poco dopo le 10 arriviamo a BOWLING GREEN,
al Museo Nazionale della Corvette; è interamente dedicato alla Chevrolet
Corvette, un'iconica auto sportiva americana in produzione dal 1953. Il museo è
stato costruito nel 1994 e aperta al pubblico nel settembre del quell'anno;
decine di versioni di Corvette dei vari anni sono esposte, dalle prime degli
anni ’50 fino ai modelli più recenti. Un settore è dedicato alle versioni
sportive, che hanno partecipato alle varie gare ed uno anche alle fantastiche
creazioni di Carl Casper, tra cui compare la Batmobile,
usata per il film “il ritorno di Batman” del 1992. Ripartiamo per NASHVILLE,
nostra tappa finale per oggi, con la visita alla città prevista per domani;
oggi abbiamo percorso circa 260 km.
in pieno centro e ci scontriamo subito con
l’ennesima assurdità: il pagamento del parcheggio richiede necessariamente uno
Smartphone (e la cosa ci può anche stare, nel 2023) ma accetta e valida solo
numero telefonici USA e Canada – uno straniero non è in grado di pagare il
parcheggio. Non volgiamo rischiare una salatissima multa, ci spostiamo e
giriamo per oltre mezz’ora fino che troviamo un parcheggio che accetta anche le
banalissime carte di credito; in compenso la tariffa è esorbitante, oltre 10
$/ora, ma almeno siamo vicinissimi alle zone di interesse. La prima visita è al
Museo di Johnny Cash, il rinomato cantautore country, nato nel 1932 e morto nel
2003 dopo aver pubblicato decine di album e venduto più di 90 milioni di
dischi. Facciamo poi una puntata alla Country Music Hall of Fame, istituzione e
museo dedicata alla musica Country e quindi andiamo a vedere il ponte pedonale
tra i più lunghi del mondo, che attraversa il fiume Cumberland. Andiamo poi a
mangiare uno spuntino in uno dei tanti locali della zona dove si suona musica
dal vivo. Nel pomeriggio due passi lungo la Lower Broadway, la parte verso il
fiume dove si trovano decine di negozi di paccottiglia ed innumerevoli localini
di honky-tonk e altri generi. Nel tardo pomeriggio
rientriamo in hotel.
Martedì 06/giugno: Lasciamo la città in
direzione Sud e ci portiamo a FRANKLIN, luogo di una famosa battaglia
combattuta nel 1864 durante la guerra civile; la vicina Carter House, una
piccola casa appartenuta alla omonima famiglia, ci pare chiusa e comunque un
po’ esosa, quindi decidiamo di proseguire. Nel primo pomeriggio arriviamo a
MEMPHIS, parcheggiamo in centro (e qui si paga tranquillamente con Carta di
Credito) e facciamo due passi sulla Beale Street, con tantissimi locali e
negozi, ma che oggi – forse per colpa del caldo fotonico – ci risulta un po’
sottotono. Nel tardo pomeriggio, stanchi cotti, ci portiamo all’hotel; oggi
tappa di circa 400 km.
Mercoledì
07/giugno:
Dall’hotel ci vogliono circa 10-15 minuti per arrivare a Graceland, nella parte
Sud della città; abbiamo già prenotato e pagato i biglietti per l’ingresso (75
$ per il tour “medio”), ma il parcheggio si paga a parte (e sono altri 10 $).
Questa è stata per lungo tempo la dimora di Elvis Presley e della sua famiglia;
il cantante – tra i più celebri del 20° secolo –
soggiornò dal 1957 fino alla sua morte, avvenuta proprio in questa casa nel
1977. Costruita indicativamente all’inizio del 1900, fu acquistata e
pesantemente ampliata dal cantante secondo i propri eccentrici gusti e più
volte modificata nell’arredamento. Accanto alla casa si trovano anche alcuni
edifici che costituiscono l’odierna attività commerciale legata alla figura del
cantante; oltre ai musei delle sue macchine, aerei e costumi di scena, ci sono
diversi negozi che vengono oggettistica – prevalentemente prodotta in Cina –
legata alla sua figura. La visita – senza correre e senza soffermarsi in modo
eccessivo – richiede circa 3 ore e viene da chiedersi
se ad Elvis sarebbe piaciuto questo vertiginoso sfruttamento del proprio brand.
Nel pomeriggio ci spostiamo verso il centro città, al Museo dei Diritti Civili,
sorto intorno al luogo dove fu assassinato Martin Luther King, l’attivista e
leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani. Il museo
ripercorre la storia dei “neri” d’America, dalle deportazioni dall’Africa
iniziate nel 1500 fino alle lotte che portarono – almeno sulla carta –
all’abolizione della schiavitù e alla fine della segregazione. Si stima che nel
corso dei secoli almeno 12 milioni di persone siano state prelevate dalla
propria terra e costrette a lavorare – senza alcun diritto – tra campi di
cotone, piantagioni di tabacco e altri utilizzi. Nel tardo pomeriggio
rientriamo in hotel.
Giovedì
08/giugno:
Lasciamo la città in direzione Sud-Est ed il poco più di un’ora arriviamo a
TUPELO; qui si trova la casa dove Elvis Presley nacque nel 1935, ma da cui
dovette andarsene ancora molto piccolo a causa di problemi economici dei
genitori. Vicino alla casa si trova un piccolo museo e la chiesa – qui
trasportata – dove Elvis iniziò a cantare i gospel, genere musicale che ispirò
in seguito la sua musica. Ci vogliono poi oltre due ore per arrivare a
CLARKSDALE, sempre sul fiume Mississippi, ritenuta una delle patrie della
musica Blues; visitiamo il Delta Blues Museum, dedicato alla raccolta,
conservazione e divulgazione della musica Blues – peccato che denoti un po’ di
trascuratezza. A poca distanza si trova il Ground Zero, il locale di proprietà
dell’attore Morgan Freeman, dove si può mangiare ascoltando musica dal vivo. E
terminiamo in albergo, avendo percorso oggi poco più di 390 km.
Venerdì
09/giugno:
Lasciamo la città in direzione Sud, su strade abbastanza secondarie ma sempre
molto scorrevoli; in poco più di un’ora arriviamo ad INDIANOLA, dove c’è il
museo dedicato a B.B.King.
Nato con il nome di Riley B. King, è stato un chitarrista – famosa la sua chitarra
Lucille, una Gibson ES-335 modificata – e cantante statunitense, nato nel 1925
e morto nel 2015; con una lunghissima carriera, è stato uno dei più importanti
esponenti del blues della seconda parte del 20° e 21°
secolo. Facciamo una sosta a VICKSBURG, ma poi riteniamo il parco storico non
abbastanza interessante da spendere i 20 $ che richiede. Proseguiamo quindi
fino a NATCHEZ, dove vediamo alcune imponenti ville risalenti a prima della
guerra civile, tra cui Stanton Hall e Rosalie; purtroppo è impossibile la
visita all’interno, in quanto già chiuse (15:30 – 16:00). Facciamo due passi
sul lungofiume che domina il Mississippi dall’alto; arriviamo poi all’hotel
totalizzando oggi circa 370 km.
Sabato
10/giugno:
Facciamo una prima tappa alla tenuta Melrose Plantation,
risalente a prima della guerra civile, che illustra la dura vita degli schiavi
nella prima metà del 1800. Ci spostiamo poi alla periferia Sud, al Grand
Village degli indiani Natchez, ma di quanto descritto dalla nostra guida
esistono solo i tumuli; nessuna traccia delle capanne, se non qualche
illustrazione all’interno del piccolo museo. Scendiamo a Sud fino a Baton Rouge
e poi ci portiamo verso Ovest fino a Lake Martin, poco a Sud di BREAUX BRIDGE.
In questa tipica palude dovremmo vedere diversi uccelli e forse qualche
alligatore, ma non c’è alcun segno di vita, salvo qualche pescatore. La tappa
finale ci porta all’hotel a LAFAYETTE, per un totale odierno di circa 240 km.
Domenica
11/giugno:
Andiamo subito a visitare il Vermillionville Historic Village, nella parte Est della città; si tratta
della ricostruzione di un villaggio di fine 1800, dove erano presenti creoli,
acadiani (i discendenti dei primi colonizzatori francesi che nel 17° secolo si insediarono nell'Acadia, regione del Canada e
da cui furono scacciati con una operazione di pulizia etnica che costò migliaia
di morti) e nativi. Ci sono diverse case aperte alla visita, ma dei previsti
figuranti neppure l’ombra; in compenso, per qualche sconosciuto ma apprezzato
motivo, la visita oggi è gratuita. Prendiamo poi la Interstate
10 che ripassa Baton Rouge e verso metà pomeriggio arriviamo in hotel a NEW
ORLEANS, tappa finale del nostro viaggio; oggi percorsi quasi 240 km. In serata
facciamo la crociera con il battello e vapore che gira per un paio di ore nel
delta del Mississippi, regalando scorci stupendi della città, della sua skyline
e del fiume, soprattutto verso il tramonto.
Lunedì
12/giugno:
Oggi giornata dedicata alla visita della città; abbiamo l’hotel proprio nel
quartiere francese, così siamo vicinissimi alle cose più interessanti da
vedere. Iniziamo dal parco dedicato a Louis Armstrong: nato qui nel 1901 è
stato uno tra i più famosi musicisti jazz del 20°
secolo; il mitico Satchmo divenne famoso dapprima come trombettista, per poi affermarsi
anche come uno dei più importanti cantanti jazz, soprattutto verso la fine
della carriera. Passando da Bourbon Street arriviamo alla Cattedrale di St.
Louis; l’edificio attuale risale alla metà del 1800, ricostruita su resti di
chiese precedenti. Di fronte si trova la grande piazza dedicata al generale e
politico statunitense Andrew Jackson, presidente nella prima metà del 1800,
tristemente famoso per le reiterate ed efferate violenze e soprusi nei
confronti delle tribù native. La sua famigerata legge Indian
Removal Act portò alla deportazione di oltre 60,000
nativi, liberando quelle terre che avevano spinto i coloni bianchi a
sponsorizzare fortemente questa legge, in una vera e propria operazione di
pulizia etnica. Altri due passi lungo la vivacissima Decatur
Street, fino al French Market, un mercato con una serie di edifici commerciali,
fondato come postazione commerciale dei nativi americani prima della
colonizzazione europea. Nel pomeriggio facciamo il giro turistico della città
con il bus del City Sightseeing Tour che in un’ora e
mezza tocca tutti gli angoli più turistici della città; nel tardo pomeriggio –
distrutti dal caldo e dall’umidità – rientriamo in hotel.
Martedì 13/giugno: In tarda mattinata ci
muoviamo dall’hotel, riconsegniamo la macchina a noleggio, facciamo un
velocissimo check-in quasi in self-service (ma aiutati dagli addetti), mangiamo
un rapido spuntino e poi ci imbarchiamo. Poco dopo le 16 il volo parte regolare
e poco prima delle 19 atterriamo a Chicago; poco dopo le 21, con un leggero
ritardo, ripartiamo per l’ultima tratta.
Mercoledì
14/giugno:
Il volo è abbastanza tranquillo, con pochi momenti di leggera turbolenza; il
ritardo viene recuperato e poco dopo le 13 (ora locale) atterriamo a Milano
Malpensa. Passiamo i veloci controlli dei passaporti, ma poi attendiamo a lungo
che arrivino i bagagli; recuperata la macchina, riusciamo a metterci in viaggio
intorno alle 14:30 e verso le 17 arriviamo a casa.
NOTA: foto e diario completo saranno pubblicati al rientro – restate in
contatto.